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E' sera ma non siamo ancora contenti

16.08.2024 |
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"Sfilai bruscamente la mia bocca dal suo cazzo e con violenza lo misi a quattro zampe davanti a me..."
Per tutto il pomeriggio mi hanno sfondato il culo ed ho fatto così tanti pompini ed ingoiato così tanta sborra da non avere fame.Il sole sta tramontando e sulla pineta si proiettano le inquietanti ombre della sera.
Per esperienza so che è un momento di pausa per i pervertiti che cercano i nostri culi e le nostre bocche.
Quelli del pomeriggio se ne sono andati contenti per il nostro lavoro; quelli che dovranno arrivare stanno cenando.
Solo tra poco la pineta si animerà di nuovo di maiali e maiali più esigenti di quelli che avevamo accontento nel pomeriggio.
Scolando il culo dallo sborra, chiamo mia sorella; ritengo che non sia lontana ed infatti dopo un poco mi risponde.
Ci raggiungiamo mentre entrambe con le dita nel culo continuiamo a far scolare i liquidi dai nostri culi.
La sera è oramai avanzata ed il buio è quasi totale tra quelle piante;, avvertiamo la nostra reciproca presenza solamente dal contatto con i nostri corpi nudi.
Io mi sto masturbando e mi rendo conto che anche lei fa lo stesso, poi nel buio tastando il suo corpo le infilo il mio uccello in bocca.
Lei sembra gradevolmente sorpresa da quella iniziativa è comincia a spompinarmi selvaggiamente mentre mi accorgo che continua a toccarsi.
Eccitata come sono per il pomeriggio di divertimento le arrivo subito in bocca; lei commenta ecco l'ennesimo carico della giornata.
Io le rispondo che forse ne ho presi più io; lei ingelosita mentre continua a masturbarsi mi risponde con voce incerta di ricordarsene quattro o cinque; io la aiuto a raggiungere il suo orgasmo succhiandole i capezzoli e toccandole la clitoride.
Poi finalmente gode, sono contenta che abbia provato il suo piacere, ma non ne ha abbastanza continua a toccarsi ed io la aiuto, mettendole in mente un poco di invidia, dicendole che io mi sono fatta, sei o sette cazzi.
Non era vero, ma a lei bastava per eccitarsi sentendosi in competizione; arrivò ancora.
I suoi liquidi continuarono ad inumidire la sabbia sotto il suo ventre ed io vi immergevo i miei piedi provando un grande sollievo dal contatto con quella sabbia inumidita dai tiepidi umori di mia sorella.
Ci prendemmo un momento di pausa, accasciandoci una accanto all'altra.
Condividendo i nostri caldissimi corpi nudi.
Poi finalmente riprese cominciammo a ragionare; tra non molto sarebbe arrivato il turno serale dei depravati, ma noi ci sentivamo affamate ed assetate.
Decidemmo di ricorrere al nostro solito "Fastfood", prima dell'arrivo dei nuovi stronzi.
Il nostro "Fastfood" era il bidone dell'immondizia di un chiosco sistemato al limitare della pineta.
Là avremmo trovato tanti avanzi che avrebbero sodisfatto i nostri stomaci.
Con difficoltà a causa del buio arrivammo alla nostra mensa pervertita; aprimmo il bidone e cominciammo a tirare fuori, avanzi di cibo, cartacce sporche, bottigliette di bibite semipiene.
Raccogliemmo quanto era possibilmente mangiabile e bevibile e ci rifocillammo con quegli scarti.
Ci sentivamo sodisfatte e pronte ad affrontare la seconda ondata di depravati.
Nel buio ci addentrammo nella pineta, ed a un certo punto ci accorgemmo che l'oscurità veniva violata dallo sfanalare delle macchine.
Erano i porci che stavano arrivando; ci sentimmo eccitate, tra non molto saremmo state ancora usate bestialmente.
Sentimmo anche diversi gemiti; noi non eravamo le sole stronze che si facevano chiavare dagli sconosciuti.
Altre stavano già assaggiando i cazzi degli approfittatori.
Arrivando vicino al suono di quei gemiti ed a quello più brutale degli stupratori vedemmo in una radura una donna che veniva chiavata, mentre un uomo in ginocchio; forse il marito od il fidanzato in ginocchio si masturbava eccitandosi per la scena.
Nel buio io e mia sorella ci dicemmo che la cosa era molto eccitante e decidemmo di intervenire.
Ci avvicinammo all'uomo che si masturbava che ci guardò senza troppa sorpresa,
Evidentemente era pratico dell'andazzo di quel luogo e non rimase stupito dalla nostra presenza.
Mentre quello continuava a masturbarsi, con naturalezza ci disse che quella era sua moglie e che a lui piaceva vederla chiavata da degli sconosciuti.
Noi rispondemmo che lo comprendevamo e cominciammo ad allontanare la sua mano dal cazzo e cominciammo a masturbarlo noi.
Lui ci lasciò fare, abbandonò le sue mani dietro la schiena e lasciò che noi lo masturbassimo, provocandolo commentando le prestazioni di sua moglie.
Arrivò presto sborrandoci nelle nostre mani, noi leccammo il suo sperma e lo offrimmo anche a lui che non disdegnò di leccare il frutto del proprio godimento.
Intanto l'uomo che stava chiavando sua moglie aveva raggiunto il suo godimento e se ne era andato.
Sua moglie ci raggiunse e nella semioscurità si rese conto della nostra presenza e chiese chi eravamo.
Noi ci presentammo dichiarando ciò che eravamo delle stronzette che erano lì per farsi chiavare e per spompinare i depravati che frequentavano la pineta.
Lei si dichiarò entusiasta della nostra presentazione disse di chiamarsi Martina e che quello accanto a noi era il suo marito cornuto Giacomo.
Noi rispondemmo che avevamo già conosciuto Giacomo e che lo avevamo aiutato a godere mentre la guardava scopare con quello sconosciuto.
Martina si mise a chiacchierare con noi per conoscerci meglio, oi ci propose di andare a casa sua dove loro ragazze avrebbero fatto l'amore tra loro mentre io mi sarei inculato Giacomo.
Noi eravamo incerte, le dicemmo che la cosa ci intrigava, ma che eravamo lì per essere chiavate.
Martina insistette dicendo che noi le piacevamo e che ci saremmo divertite.
Noi eravamo tentate; Martina gongolava pregandoci di accontentarla.
Respirando forte ed essendo fortemente tentate alla fine rispondemmo di sì.
Ci organizzammo er raggiungere le nostre macchine e per arrivare al domicilio della coppia.
Una volta dentro casa Martina ci chiese se volevamo bere qualcosa, noi rispondemmo di sì e lei ci servì del liquore.
Poi andammo in camera da letto dove Martina si sdraiò sul letto ed invitò mia sorella a raggiungerla.
Io e Giacomo ci mettemmo ai lati del letto
Poi mentre Martina e mia sorella cominciarono a darsi da fare tra loro, Martina ironicamente ci disse "Voi maschietti cominciate a divertirvi tra voi".
Io e Giacomo ci guardammo negli occhi e sentendo i gemiti di godimento delle ragazze, cominciammo anche noi a darci da fare.
Presi la testa di Giacomo e la avvicinai al mio cazzo; lui mi guardò con uno sguardo da cerbiatta ma poi cominciò a succhiarmi con perizia.
Ci sapeva fare.
Ma io non volevo arrivare subito ed anch'io avevo voglia di cazzo; bloccai quello stronzo e mi misi a succhiare il suo cazzo.
Mi resi conto che lui sembrò sorpreso, evidentemente era abituato ad essere solo passivo.
Difatti ci misi parecchio per farglielo ingrossare nella mia bocca; era certo che non era abituato a farselo succhiare.
Intanto i suoni delle ragazze che si stavano dando da fare ci facevano eccitare sempre di più.
Sentii che il cazzo di Giacomo era prossimo a venire, ma non volevo farlo venire; mi era venuta voglia di incularlo.
Sfilai bruscamente la mia bocca dal suo cazzo e con violenza lo misi a quattro zampe davanti a me.
Gli infilai due dita nel culo accorgendomi che era molto aperto.
E quindi con il mio cazzo duro glielo spinsi nel culo e cominciai a pomparlo.
Mentre inculavo Giacomo mia sorella si divertiva con Martina.
Io e mia sorella ci guardammo negli occhi condividendo il nostro piacere.
Arrivai nel culo di Giacomo, mentre anche mia sorella e Martina godevano come bestie.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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